“L’avversario che si nasconde nella nostra mente è molto più forte di quello che troviamo dall’altra parte della rete”. (Timothy W. Gallwey)
Una persona che cresce nell’incoraggiamento anche di fronte all’errore e al fallimento è avvantaggiata perché sviluppa un approccio e una prospettiva diversa, in linea di massima sempre positiva.
Si può capire se abbiamo una zavorra o se qualcuno ci ha messo le ali nella vita?
Esiste una formula nel coaching che Timothy W. Gallwey ha coniato per l’ambito sportivo, utilizzabile però per misurare le performance in qualsiasi ambito:
P(otenziale) - I(nterferenza) = p(erformance)
La performance di una persona, qualsiasi sia il contesto di riferimento, è inferiore al potenziale di quella stessa persona. Come me ne accorgo? Me ne accorgo nel momento in cui sono convinto che la mia performance è al massimo del mio potenziale, altrimenti è possibile che ci siano delle interferenze date da convinzioni limitanti che mi trattengono dal fare tutto quello che potrei e vorrei fare.
Quali sono le interferenze tipiche nell’attività di un agente di commercio?
Un esempio concreto: un venditore che va a fare una trattativa ed è convinto che andrà male o è convinto di non essere in grado, è molto probabile che il suo modo di portare avanti una trattativa sarà condizionato da questa convinzione. Purché sia davvero convinto di questo, se la vocina interiore che lo limita ha attecchito.
Se ci troviamo di fronte a un cliente, come possiamo capire quali sono le sue convinzioni e come possiamo usarle a nostro favore? Qualche utile consiglio arriva alle 18:05 a Il Portafoglio da Emanuela Mazza, coach professionista e formatrice.