
a cui faremo questa domanda: la figura del procacciatore d’affari esiste o non esiste?
Nella seconda parte della puntata:
Lasciatemi stare, oggi sono di cattivo umore!
3 facili trucchi con risultati immediati per fare pace con la giornata da affrontare.
Conducono: Davide Ricci ed Elisa Pagin
Il riassunto della puntata:
La figura del procacciatore d’affari esiste o non esiste?
Abbiamo fatto questa domanda a un legale che si occupa di diritto di agenzia e a un consulente fiscalee abbiamo ricevuto due risposte completamente diverse.
Quando viene proposto a un venditore professionista un contratto di procacciamento d’affari quella proposta costituisce formalizzazione contrattuale di qualcosa che non è conforme alla legge e che la viola perché di fatto chiunque svolga l’attività di promozione al fine della conclusione di affari è per legge un agente di commercio. La figura dell’agente ha una sua disciplina legale, amministrativa e fiscale e di conseguenza ha diritti, obblighi, tassazione, previdenza… molto rigidi.
Il procacciatore, a differenza dell’agente, non ha una regolamentazione, quindi ogni qualvolta viene proposto un contratto di procacciamento si tendono ad eludere tutte le discipline agenziali.
Peraltro l’agente svolge attività di promozione così come il procacciatore d’affari, solo che per costruzione giurisprudenziale l’agente di commercio lo fa stabilmente, il procacciatore solo episodicamente.
Dal punto di vista fiscale tributario il procacciatore d’affari è una figura riconosciuta, ha un suo codice attività Ateco e l’Agenzia delle Entrate lo differenzia dall’agente di commercio. Non solo, la Camera di Commercio dà la possibilità a chi non ha i requisiti per svolgere l’attività di agente di iscriversi come procacciatore d’affari. Quindi dal punto di vista fiscale e tributario si tratta di due figure ben distinte.