
Il riassunto della puntata:
Non è una causa, ma una giusta causa: paga le mie indennità!
Capita di non essere pienamente soddisfatti delle proprie mandanti. E, ad ogni mancanza da parte di chi salda, o dovrebbe saldare, le fatture provvigionali, la tentazione di andarsene sbattendo la porta è davvero tanta.
E quali possono essere le mancanze di un'azienda preponente? Omessi pagamenti, ritardi in quelli o nelle consegne, riduzioni e peggioramenti contrattuali. Il modo di rendere difficoltosa la vita degli agenti, le aziende poco serie e/o poco oneste, lo trovano senz'altro. E simili condotte non possono che qualificare motivi di logoramento del rapporto, che per essere proficuo e florido, anche dal punto di vista dei guadagni, deve basarsi su lealtà, buona fede, trasparenza.
Tutti motivi validi per decidere, da parte dell'agente, di chiudere il rapporto. Ma si sa, chiudere per propria iniziativa inibisce l'accesso alle tanto agognate indennità di fine rapporto. Ed è altrettanto noto che, se la causa si configurasse come giusta, allora, queste indennità diventerebbero un diritto. L'equazione è immediata, nella testa di chi subisce piccoli grandi soprusi ed è arrivato al limite della sopportazione: non si tratta di una causa qualsiasi, quella che conduce alla disdetta, ma di una giusta causa!
È davvero una giusta causa?
Su alcuni aspetti, come quelli delle variazioni contrattuali, esistono criteri oggettivi che permettono di definire, con parametri ben chiari, se quel peggioramento possa diventare una giusta causa, in quanto la disciplina degli Accordi Economici Collettivi definisce quella sensibile entità che permette all'agente di non accettare, chiudendo come per iniziativa della mandante. Quindi, a quella decisione della mandante può corrispondere la scelta dell'agente di non proseguire, come per iniziativa dell'altra parte.
Ci sono altre questioni che non hanno una così ben netta cornice e quindi diventa opportuno stabilire non solo che si tratti di una mancanza, ma anche che sia grave. Una fattura non pagata in un anno è sicuramente un comportamento non idoneo, ma potrebbe essere lontano dal corrispondere a una mancanza grave. Ma se l'importo di quell'unica fattura costituisse un terzo delle provvigioni annue, allora la musica cambierebbe.
Perché è importante valutare la sussistenza della giusta causa?
Facile dire, “me ne vado per giusta causa”. Fin troppo, e sarebbe bello non doverlo dimostrare. Tuttavia, implicando il riconoscimento della giusta causa un esborso, da parte della mandante, delle indennità, difficilmente l'azienda che si veder recapitare questa comunicazione non decide di impugnare. Quindi, agli agenti che si trovino in questo frangente, in queste riflessioni: preventivate l'ipotesi di dover dimostrare la sussistenza di un grave inadempimento di fronte a un giudice, che potrebbe anche non leggere la vicenda nella vostra stessa maniera. Il risultato sarebbe: niente indennità, ma tante spese legali.