
È innegabile che il mondo della vendita da quasi un anno a questa parte sia in profonda crisi, a causa dei consumi fortemente ridotti e di attività temporaneamente chiuse a causa dei lock down o fallite.
Uno dei settori che più risente della crisi è l’abbigliamento, soprattutto per via delle caratteristiche del settore stesso e di provvigioni che, in alcuni casi, arrivano anche 18 mesi dopo l’ordine.
È ragionevole chiedere alle mandanti acconti provvigioni del 50% alla fine della campagna vendite?
Alle 13:05 lo chiediamo agli avvocati Lorenzo Bianchi e Valerio Colapaoli, esperti in Diritto di Agenzia.
Ascolta la puntata in onda sull’app di #RadioAgenti.
Il riassunto della puntata:
Pietro, agente di lungo corso nel settore abbigliamento, racconta ad Obbiettivo Agenti le particolarità del suo settore, che comportano la promozione e la vendita degli articoli per una stagione temporalmente ancora lontana.
In un frangente come quello odierno, a ridosso di un periodo che ha determinato la chiusura di esercizi piccoli e grandi, Pietro ha visto il suo lavoro paralizzarsi. E chiede ad Obbiettivo Agenti se possa essere percorribile la richiesta, da avanzare all'azienda, di ricevere quantomeno un acconto provvigionale del 50% alla fine della campagna vendite.
Già la consuetudine del suo ambiente determina che riceva i pagamenti relativi alla propria attività a distanza anche di 18 mesi dal suo svolgimento, e ora questo intervallo, con la prospettiva di affari più magri e di ampliamento della platea di insolventi, rischia di essere ancora maggiore.
La sua richiesta, confermano gli avvocati Lorenzo Bianchi e Valerio Colapaoli, è molto ragionevole. In un periodo di circostanze eccezionali può essere concordemente rivisto il contenuto economico del contratto, mandante e agente devono essere consapevoli delle reciproche difficoltà, e non porsi su posizioni rigide.
L'agente deve garantire il sostentamento di sé stesso e la propria famiglia, altrimenti il lavoro di promozione diventa insostenibile: un diniego da parte della mandante potrebbe essere irragionevole e definire la giusta causa per un recesso da parte di Pietro.
Un ultimo consiglio: Pietro dovrebbe chiedere un compenso fisso mensile, e non un anticipo provvigionale, che potrebbe determinare anche delle restituzioni, laddove il volume degli affari dovesse essere insufficiente.