
Quando l’azienda vi riconosce un fisso mensile garantito, ma vi chiede di inserirlo in fattura come “acconto provvigionale”, non prendete la richiesta alla leggera. Dietro si potrebbe nascondere una sorpresa di cui ci si renderà conto solo alla fine del rapporto.
Non è, infatti, infrequente trovarsi di fronte a situazioni di questo genere, in cui aziende – su consiglio dei loro commercialisti – utilizzino questo escamotage non solo per chiedere il conguaglio provvigionale ma per non riconoscere le indennità di fine rapporto.
Con un doppio vantaggio: quello di risparmiare un bel po’ di soldi al momento della chiusura del contratto di agenzia e non incappare in possibili cause di lavoro. Il riconoscimento di un importo fisso, formalizzato in fattura come tale, può essere l’appiglio per un agente di commercio per dedurre la natura subordinata della collaborazione nei confronti dell’azienda mandante, quindi come dipendente e non come agente di commercio.
A tal proposito, la Direttiva CEE dell’86 stabilisce che l’agente può essere pagato anche esclusivamente in maniera fissa mensile o trimestrale.
Ti è mai capitato di avere le mani legate e di non poter disdettare il contratto perché hai ricevuto così tanti acconti provvigionali che superano le provvigioni effettivamente maturate e saresti costretto a restituire una montagna di soldi all’azienda.
In studio, ospiti della puntata di oggi gli avvocati Lorenzo Bianchi e Valerio Colapaoli che interverranno con tanti utili consigli per non incappare in conguagli a sfavore degli agenti di commercio.
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