
Cosa rende inequivocabilmente un rapporto di agenzia tale, anche se si svolge sulla base di rapporti orali?
Alle 13:05 rispondono in trasmissione gli avvocati Lorenzo Bianchi e Valerio Colapaoli.
Il riassunto della puntata:
Il contratto di agenzia non deve essere, necessariamente, nero su bianco. Anche un rapporto che si basa su accordi orali può essere un mandato di agenzia.
Cosa non deve mai mancare, in un rapporto, affinché possa essere considerato, senza possibilità di equivoco, un mandato di agenzia?
È sicuramente fondamentale il prodotto da vendere. Ma il vero punto focale della questione risiede nell'attività e nella modalità in cui viene svolta. L'agenzia è l'attività di promozione stabile di un soggetto in favore di un altro. “Promozione stabile” è la chiave di volta: se un soggetto promuove il prodotto di un'azienda in maniera stabile, ripetuta e continuativa nel tempo, è un agente. Se invece lo fa solo episodicamente e occasionalmente, sarebbe un procacciatore di affari.
Quindi, un contratto orale ha le stesse tutele, e ad esso devono applicarsi tutti i parametri di legge, di uno scritto.
Tuttavia, in sede di contenzioso in tribunale, sarebbe utile, per l'agente che, magari, rivendica dei diritti negati da una mandante che potrebbe aver tratto degli indebiti vantaggi dall'oralità degli accordi, trovare delle prove documentali – queste sì, su carta – del rapporto intercorso e della sua natura.
Corrispondenza, campionari, fatture, copie degli ordini sono senz'altro utili. Ma, soprattutto, l'estratto conto provvigionale, ovvero quel documento che fotografa esattamente il rapporto, e da cui emerge la zona, le provvigioni, e tutti i dati e le caratteristiche del mandato. Questo documento, tra l'altro, è sicuramente più importante di un contratto vero e proprio, dove, in ogni caso, non verrebbero registrate le variazioni che potrebbero essere state introdotte nel corso del tempo.