Il colloquio è una conversazione che ha un obiettivo preciso, non è dunque una semplice chiacchierata.
Il colloquio gestionale in ambito professionale e aziendale, in particolare, ha due caratteristiche principali: si svolge sempre tra un capo e un collaboratore – quindi è sempre presente una componente gerarchica. In più gli “attori” del colloquio si conoscono già, al contrario dei colloqui di selezione che (nella norma) avvengono tra sconosciuti.
Quando si ha la necessità di avere un colloquio gestionale tra capo e collaboratore? Ogni volta in cui occorre uno scambio strutturato si informazioni tra le parti per recepire, discutere o motivare delle informazioni.
Incontri di questo tipo si distinguono in:
- colloqui di valutazione quando si ha la necessità di valutare i risultati ottenuti alla fine di un periodo di attività stabilito;
- colloqui di ascolto o ricezione quando un capo ha bisogno di capire cosa stia succedendo nell’attività del collaboratore;
- colloquio di motivazione quando un capo ha la percezione che il collaboratore abbia bisogno di un particolare supporto;
- colloquio di feedback per valutare il riscontro positivo, negativo o misto di qualche azione intrapresa.
I colloqui gestionali devono essere per forza programmati o possono essere anche estemporanei se abbiamo necessità impellenti o urgenti? Di sicuro è sempre opportuno essere sempre pronti e accogliere questi incontri come un’occasione soprattutto per gli agenti che poco vivono l’azienda mandante visto che sono più spesso fuori e presso le aziende clienti!
Approfondiamo l’argomento alle 18:05, nella trasmissione Il Portafoglio in cui avremo ospite la dott.ssa Elisabetta Gatteschi, per anni direttore risorse umane in aziende multinazionali, oggi consulente aziendale.
