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Da ditta individuale a S.a.s., una scelta sostenibile?

Da ditta individuale a S.a.s., una scelta sostenibile?
Obbiettivo Agenti | 05/02/2020 | 12:52 | aggiornato 05/02/2020 | 15:18

Vincenzo, agente di commercio con ditta individuale, è un monomandatario che da 15 anni lavora per la stessa mandante, barcamenandosi tra risultati soddisfacenti e spese di gestione sempre più pesanti, fatte di contributi previdenziali e tasse. E quindi, pure chiudendo l'anno precedente con 72 mila euro lordi, non riesce, comunque, a mettersi in pari con le scadenze.

A questo punto, il progetto accarezzato è quello di costituire una S.a.s. con la moglie. Sarà una buona idea?

Alle 13:05 risponde il dott. Massimiliano Bellucci, consulente fiscale di Obbiettivo Agenti.


Il riassunto della puntata:

Vincenzo, agente di commercio con ditta individuale, è un monomandatario che da 15 anni lavora per la stessa mandante, barcamenandosi tra risultati soddisfacenti e spese di gestione sempre più pesanti, fatte di contributi previdenziali e tasse. E quindi, pure chiudendo l'anno precedente con 72 mila euro lordi, non riesce, comunque, a mettersi in pari con le scadenze: a questo punto, il progetto accarezzato è quello di costituire una S.a.s. con la moglie. Sarà una buona idea?

Risponde il consulente fiscale di Obbiettivo Agenti, il dott. Massimiliano Bellucci. Quella ipotizzata da Vincenzo può essere sicuramente un'opzione valutabile e percorribile, ma occorrerà uno studio di fattibilità accurato. Nell'opzione S.a.s. non ci sono solo vantaggi.

Non è infrequente che il carico fiscale che grava sugli agenti porti a simili conclusioni, e a ipotizzare il passaggio da ditta individuale ad una società di persone come una S.a.s., o una Snc, ma anche ad una società di capitale, come una S.r.l. Un agente di commercio ha, dalla sua, una comoda flessibilità di gestione di cui una società strutturata non gode, ma, a certi volumi di affari, un discorso come quello avviato da Vincenzo avrebbe una sua convenienza.

Mettere in piedi una S.a.s. tra Vincenzo e la moglie significa creare una Società in Accomandita Semplice, in cui l'agente sarà l'accomandatario, ovvero il socio lavoratore, e la moglie sarà la socia di capitale, l'accomandante, e sarà possibile adottare una contabilità semplificata al pari di un'impresa individuale. Fin qui, solo aspetti positivi: tanto più che il versamento dei contributi INPS avverrà esclusivamente per il socio lavoratore.

Tuttavia, alcuni dati ci rimangono sconosciuti: l'ascoltatore ci fornisce il lordo, ma non i costi, e quindi rimane altrettanto oscuro il dato degli utili. Il dottor Bellucci si lancia in speculazioni basate su aspetti concreti da tenere in considerazione: si parte dai 72 mila euro lordi e si passa per il 30% di costi che mediamente un agente di commercio sopporta rispetto al fatturato. E quindi, si arriva a dei calcoli concreti a mo' di esempio. Con 25 mila euro di costi, si avrebbe un utile di circa 45-50 mila euro, per finire nello scaglione IRPEF (che va dai 28 mila ai 55 mila euro) con aliquota al 38%. Questa è una ricostruzione, abbastanza verosimile, dello stato attuale. Passando ad una S.a.s. con due soci, e dividendo quindi a metà l'utile, non si avrebbe, forse, un così incisivo risparmio a livello IRPEF.

Al riguardo dei contributi INPS, si ricorda innanzitutto che, al contrario di quelli Enasarco, il cui onere è a metà tra agente e mandante, questi sono esclusivamente a carico dell'agente, e si calcolano sul reddito imponibile, su quello di impresa. Ovvio che, se questo si abbassa, dividendolo tra i due soci, si abbassa anche la quota di contribuzione: quindi, se ora i contributi che versa sono calcolati sulla base di circa 50 mila euro, nell'ipotesi S.a.s. ne verserà sulla metà. Le cifre saranno quindi basse, ma non è un bene. INPS, infatti, è un onere deducibile: i contributi versati si deducono dal reddito imponibile dell'anno successivo, e rimangono da parte per il futuro. E, inoltre, versare meno contributi significa ottenere, per Vincenzo, un montante contributivo più basso. Se fosse prossimo alla pensione, questo sarebbe fortemente penalizzante.

Un'imposta finora sconosciuta ai bilanci di Vincenzo è l'IRAP, ovvero l'Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Sconosciuta perché un agente di commercio ditta individuale, che utilizza ai fini della sua attività beni strumentali semplici, come un telefono, un'automobile e un computer, e magari ha alle sue dipendenze un solo collaboratore con semplici mansioni di segreteria, non è considerato come un'organizzazione complessa, e quindi ne è esente. Non è un aspetto trascurabile, visto che tale imposta è pari al 5% circa dell'imponibile. Il vantaggio IRPEF vale questo altro esborso?

Si parla qui di una famiglia, di Vincenzo e della sua compagna di vita. Spostando l'attenzione su quest'altro versante, l'accomodante non versa INPS, ma non deve partecipare all'attività lavorativa vera e propria. Se decidesse, invece, di farlo, allora dovrebbe innanzitutto dichiararlo nella sua dichiarazione dei redditi. Conseguentemente, si renderà necessario versare i contributi INPS anche a nome della donna. A proposito di dichiarazioni fiscali, saranno tre quelle prodotte di anno in anno: una per la S.a.s., e una ciascuna per i soci, tra i quali verrà splittato il reddito di impresa, ed entrambi pagheranno IRPEF e addizionali relative. Tre dichiarazioni dei redditi anziché una: tanto per confermare l'aumento dei costi di gestione. E non conosciamo nulla della moglie: potrebbe avere un altro reddito, e quindi quanto questa nuova situazione potrebbe incidere sul pagamento della sua IRPEF.

Infine, l'Enasarco è la cassa previdenziale degli agenti di commercio, e quindi deve essere avvisata se cambia la ragione sociale o la natura giuridica dell'iscritto. L'agente, se adotterà questa soluzione, comunicherà le quote di accomandante e accomandatario, e l'ente provvederà a dividere e ad assegnare la quota versata al secondo: da un punto di vista di importi contributivi non ci sarà alcuna differenza. Anche al riguardo del FIRR, nessuna differenza sostanziale, in quanto alla fine del mandato Enasarco provvede a liquidare l'importo alla società i cui soci lo dividono nelle loro quote spettanti.

Il discorso della pensione Enasarco rimane più spiacevole. Non conosciamo l'età anagrafica del nostro ascoltatore, il quale però ci dice che lavora per la stessa mandante da 15 anni. Con altri 5 anni di lavoro, ipotizzando a quel punto un'età di 65 anni, avrebbe i requisiti per la pensione anticipata, e a 67 anni quella della pensione piena. Allora, l'agente dovrebbe indirizzare una comunicazione all'azienda mandante in cui formalizzare le dimissioni per pensionamento con il necessario preavviso (oscillante tra i 6 e gli 8 mesi, in dipendenza dagli anni del rapporto). Questo sarebbe sufficiente per raggiungere la pensione e ottenere le indennità rimanendo, però, ditta individuale. “Le società non vanno in pensione”, chiosa Bellucci, come spesso ricorda in trasmissione.

Ciò rappresenta, forse, la criticità maggiore nel progetto di Vincenzo. Un progetto sicuramente fattibile, visto anche che Vincenzo potrebbe trasferire il mandato, senza soluzione di continuità, alla nuova realtà. Tuttavia, così facendo, perderebbe le indennità maturate durante i 15 anni di mandato. E se prendiamo, ad esempio, l'indennità suppletiva di clientela, pari al 3,5% delle provvigioni maturate in quello che sembra un rapporto ben solido e proficuo, tanti soldi andrebbero in fumo. In ogni caso, è sicuramente opportuno mettere a conoscenza la mandante del cambiamento, e provare a fare richiesta di liquidazione delle spettanze fino ad allora maturate. O, quantomeno, stilare un accordo a firma trilaterale, in cui la ditta individuale cede il mandato alla S.a.s., ratificato quindi dalla mandante, e con esso tutti i crediti, quindi provvigioni e indennità.

Da una lettura priva, però, di molti dati importanti, gli aspetti positivi del cambiamento sembrano lasciare il passo a quelli critici. Il criterio della sostenibilità deve guidare Vincenzo in questa scelta, e un'approfondita simulazione della fattibilità, condotta dal consulente fiscale dell'agente, saprà mettere l'agente sulla giusta strada.


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