
Come abbiamo appurato in questo articolo, l'agente di commercio o il consulente finanziario persona fisica (in ditta individuale) non sono tenuti al versamento dell'IRAP. Ovviamente, non devono disporre di beni strumentali di particolare valore ma, immaginando l'agente di commercio/consulente finanziario tipo, quello dotato di un PC, di un cellulare, di un'automobile, siamo ben lontani dal configurare un soggetto passivo, ovvero un soggetto tenuto al pagamento di questo onere.
Nel caso di un agente di commercio o di un consulente finanziario organizzato in società il discorso è diverso.
La normativa, infatti, parte da un assunto di base: gli imprenditori sono soggetti passivi IRAP. Le società in accomandita semplice (S.a.s.), le società di persone (S.n.c.) e e le società di capitali (S.r.l. e S.p.A.) esercitano attività di impresa e di conseguenza per loro l’IRAP è sempre dovuta.
E nel caso di un’impresa familiare in cui il coadiuvante è la moglie del titolare della società? L’IRAP è dovuta?
Si sono succeduti, nel tempo, diversi pronunciamenti della Cassazione al riguardo delle imprese familiari, che sono ditte in cui un titolare può decidere di farvi lavorare familiari entro il terzo grado di parentela e affini entro il secondo: questo gli consente fiscalmente di retrocedere ai familiari fino al 49% degli utili della società.
La Cassazione nel 2016 aveva sancito che il coadiuvante dell'impresa familiare che esercitasse un'attività accessoria rispetto a quella dell'impresa stessa fosse assimilabile ad un dipendente. Quindi, per capire se quella ditta fosse tenuta al pagamento dell'IRAP, era necessario comprendere quali fossero, nello specifico, le mansioni del coadiuvante che, se si limitava, per esempio, ad attività di centralino, o di segreteria, o ancora di marketing, non esponeva il titolare a dover versare l'IRAP.
Nel 2019 una sentenza ha invece paragonato l'impresa familiare a un'impresa come un'altra, in quanto il titolare sarebbe a tutti gli effetti un imprenditore, quindi dotato di un'autonoma organizzazione. Diventava soggetto passivo, in tal modo.
Allo stesso modo nel 2021, il 25 gennaio, una sentenza recentissima della Cassazione ha individuato un soggetto passivo in un'impresa familiare in cui il coadiuvante era il figlio del titolare, ribaltando completamente i primi due gradi di giudizio.
Come si può notare, diventa complicato assumere una posizione netta di fronte all'ondivago andamento delle decisioni assunte dai giudici, ed è indispensabile affidarsi al giudizio di un fiscalista di fiducia che conosca a fondo la situazione del proprio cliente e sappia fornire le giuste indicazioni.
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