Gli agenti di commercio Enasarco, così come i consulenti finanziari, sono imprenditori. Dichiarano, dunque, dal punto di vista fiscale, il reddito di impresa. Questo non ha un limite di deducibilità delle auto, cosa che avviene invece nel caso dei professionisti lavoratori autonomi che possono dedurre al massimo un autoveicolo. Gli agenti di commercio, proprio come le imprese, possono avere un parco auto a disposizione.
C’è da fare però una dovuta precisazione: il reddito di impresa prevede – e lo prevede anche l’Agenzia delle Entrate – che sia rispettato il principio di inerenza del costo.
Una ditta individuale che ha già un contratto di auto noleggio a lungo termine, e poi ne stipula un secondo, si può trovare di fronte a un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate che chiederà all’agente di commercio di giustificare la necessità di un secondo autoveicolo. E di spiegare, appunto, come due autovetture rientrino nel processo produttivo del suo servizio.
La “palla” passa al contribuente che dovrà giustificare, tramite memorie difensive da presentare nell’ambito del contraddittorio che si instaurerà con l’Agenzia delle Entrate, la necessità di una seconda auto all’interno di un’attività a carattere individuale.
Diverso, e più semplice, il caso di un’impresa familiare o di un’agenzia di rappresentanza in cui ci sia almeno un coadiuvante, un collaboratore o un subagente: in questo modo è più immediato giustificare il possesso di una seconda auto.
Quali possono essere le motivazioni per cui, invece, un agente in ditta individuale abbia bisogno di una seconda auto?
Un esempio classico è sicuramente quello della clientela dislocata in territori diversi: tanti clienti in centro: per visitare i quali è utile avere un’utilitaria elettrica che possa circolare senza limitazioni nelle ZTL e che non presenti una condanna quando si cerca parcheggio. Allo stesso tempo, tanti clienti a qualche centinaia di km da casa per visitare i quali una macchina grande è più indicata proprio in caso di lunghi spostamenti.
In ogni caso, va sempre dimostrata l’inerenza del costo e questa è in capo all’agente di commercio. Perciò è importante produrre e tenere pronta la documentazione che la dimostri.
E se portassi la seconda auto in deduzione/detrazione a uso promiscuo al 50% con un approccio prudenziale?
Il principio di inerenza deve essere sempre rispettato e va, quindi, sempre dimostrata l’inerenza del costo. A questo punto un approcci prudenziale può non servire affatto, anzi sarebbe penalizzante. Ci si deve comunque difendere in caso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, con l’aggravante di aver ridotto i costi da scaricare.
Per capire se è opportuno avere una seconda auto le domande che dovresti porti sono:
ti serve davvero per lavorare? Puoi dimostrarne l’uso all’Agenzia delle Entrate senza problemi?
Vuoi maggiori informazioni o valutare l'inerenza del costo della tua seconda auto? Scrivici a [email protected] oppure al numero WhatsApp 329.672.55.62
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