Il mandato di Mario viene chiuso nel maggio 2018 per volontà della mandante, la quale ha deciso di portare il suo business altrove, dedicandosi a ricerca e sviluppo. Nel frattempo, l'azienda ha affidato la parte commerciale a un proprio distributore, con il quale l'agente è subentrato sottoscrivendo regolare contratto.
Durante il rapporto tra Mario e la sua ormai ex mandante, durato due anni, l'ascoltatore ha prodotto a suo dire lusinghieri risultati, vedendosi ora liquidato con un FIRR “ridicolo, di circa duemila euro”, e senza che nessun funzionario aziendale gli abbia accennato qualcosa rispetto a conteggi di indennità.
Ed è questo l'aspetto che lo preoccupa e al riguardo del quale interpella Obbiettivo Agenti e i legali Lorenzo Bianchi e Valerio Colapaoli, consulenti legali della trasmissione: crede e spera di aver diritto alle indennità, ma teme di sollevare l'argomento per timore di indispettire la sua nuova mandante, che con la vecchia ha legami molto solidi.
E allora che fare? Come comportarsi? Alle 13:05 i consigli dei legali.
Il riassunto della puntata:
Come spesso viene ricordato a Obbiettivo Agenti, il diritto alle indennità è soggetto a prescrizione decennale, e quindi il primo consiglio che l’avvocato Bianchi fornisce è quello di accantonare momentaneamente questa questione per dedicarvisi quando i tempi saranno maturi, tenendo sempre presente di non attendere più di dieci anni.
Ma, un aspetto non secondario, spesso ignorato, è che le indennità di legge sono soggette, prioritariamente, a decadenza. Se il soggetto che vanta il diritto non lo rivendica entro un anno dalla chiusura del rapporto, allora questo stesso diritto decade, muore. Occorre quindi una richiesta, quindi una pratica impeditiva della decadenza, a partire dalla quale decorreranno i dieci anni oltre i quali il diritto andrebbe in prescrizione.
Per i non addetti ai lavori, questa differenza che potrebbe sembrare una sottigliezza quasi eccessiva viene illustrata dall’avvocato Colapaoli: la decadenza è un effetto che la legge collega all'inerzia del soggetto che deve richiedere questo diritto; se questi non lo chiede, dimostra di non averne interesse. Al contrario, la prescrizione è legata al solo fattore temporale.
L'avvocato Bianchi fornisce un ulteriore spunto nella vicenda di Mario, il quale, avendo ricevuto la disdetta nel maggio 2018, potrebbe essere andato oltre i dodici mesi entro i quali fare la dovuta richiesta.
Il versamento del FIRR è un'anticipazione indennitaria che l'azienda versa in Enasarco, e inoltre le indennità degli Accordi Economici Collettivi costituiscono piena ed esaustiva applicazione dell'articolo 1751. L'azienda, pagando il FIRR, indirettamente applica l'articolo 1751. Il Codice Civile ci dice che la decadenza è impedita dal fatto compiuto dal debitore. In questo caso il debitore (l'azienda) compie il fatto (il versamento del FIRR, che è un acconto delle indennità di legge): ciò potrebbe costituire proprio un ostacolo alla decadenza. Ma, molto più semplicemente, chi si trova nella condizione di avere una disdetta, nei dodici mesi seguenti, potrebbe scrivere una pec, con toni fintamente ingenui, in cui constatare il versamento del FIRR, e chiedere magari delucidazioni su quali saranno i meccanismi di calcolo delle indennità di legge.
Questa pratica è una pratica impeditiva della decadenza, e un meccanismo analogo potrebbe essere adottato anche per le indennità previste dagli Accordi Economici Collettivi.